mercoledì 14 dicembre 2011

Reason To Live - Kiss (Fast Track Review)

 C'è chi pensa che fossero dei pagliacci, c'è chi sostien, che fossero solo dei gran buffoni, che si commercializzassero facendo leva più sul loro show, che sulla loro reale abilità di musicisti... io penso invece che i buffoni sono coloro che ritengono i Kiss una band da quattro soldi. Questo pezzo, scritto per l'album Crazy Nights (1987) è una vera e propria esplosione di sentimento ed energia che si intrecciano a cantare un amore passionale, un amore per il quale vale la pena vivere e lottare...

Some people think that they were clowns, some say they were just great fools, whomarketed relying more on their show, and on their actual abilities of musicians ... and I think clowns are instead those who consider the band Kiss a dime. This piece, written for the album Crazy Nights (1987) is a veritable explosion of emotion and energy that intertwine to sing a passionate love, a love which makes life worth living and fighting ...





lunedì 5 dicembre 2011

LETTING GO - PRAYING MANTIS (TRACK REVIEW)

1981, Londra. Il chitarrista Dennis Stratton lascia, per divergenze stilistiche e ideologiche, gli Iron Maiden, dopo aver collaborato con loro al primo album Iron Maiden e ad alcuni pezzi del secondo album Killers. Contemporaneamente però, sempre nella capitale londinese, i fratelli Troy licenziano il chitarrista dal loro progetto Praying Mantis e quando vengono a sapere della dipartita di Stratton, non nascondendo il loro interesse per le sue doti stilistiche, tecniche e musicali non esitano a contattarlo. L'ex-Maiden ascolta i lavori scritti nell'album uscito proprio in quell'anno Time Tells No Lies (EMP, London, 1981) e rimane enormemente affascinato dal sound che la band propone. Accetta l'invito e per i Praying Mantis comincia una nuova era, un nuovo percorso, che li ridimensiona enormemente. Nel 1991, il primo album Predator in Disguise è già un successo.
Nel 1993 i Praying Mantis mostrano le loro qualità in modo molto più eclatante. Registrano A Cry For The New World (EMP, Londra, 1993)., in cui riescono a comunicare la loro maturità musicale trovando una loro dimensione, forse più aggressiva, qualità che, ironia del caso, Stratton, nei Maiden non apprezzava e che fu una delle cause del suo allontanamento. Tra i pezzi presenti nell'album ne voglio risaltare uno,  che secondo me merita attenzione particolare e che recensisco molto volentieri come il pezzo più bello dell'album.

L'intreccio in terza delle due chitarre è un particolare segno dell'inclinazione prettamente metal del pezzo ma al contempo di una scelta stilistica ben precisa. Gli accenti dati poi e in  battere dalla batteria e in accordo da una terza chitarra che si aggiunge, prima chiusa e poi aperta, si collegano con uno stacco di batteria ad un riff incredibilmente efficace a tal punto che i Praying Mantis decidono di ripeterlo ben quattro volte: due ad una chitarra e due a doppia chitarra in terza. Sotto la strofa si sentono le chitarre che non smettono di fraseggiare fino al bridge in cui sono preponderanti per lo più in accenti. Le tastiere risaltano la seconda strofa, cosa che nella prima era lasciato più alle chitarre.Sul finire del secondo chorus, sulla stessa identica nota finale si erge proprio l'assolo che prende possesso dell' anima del pezzo. Il primo solo non è complesso ma è molto efficace, perché non esagera e rimane costante per rimarcare il secondo con cui si collega in modo perfetto: mentre il primo mantiene la nota a metà frase, il secondo la stringe e la porta con sé nel secondo. Ma la prima chitarra non sparisce nel nulla anzi è lì, sottolinea in terza tutto il secondo assolo. E qui viene il bello.  La parte che segue crea una stupenda sonorità: testiere in tappeto in cori, e le chitarre che in quasi in "fin di vita" regiscono con uno stacco indimenticabile. L'outro solo  porta il pezzo a conludersi in volume fading... con una intensa portanza...

lunedì 28 novembre 2011

Stop Loving You - Toto (Fast Track Review)

Corre l'anno 1988, i Toto registrano uno degli album più belli della loro carriera che chiamano con semplicità "The Seventh One". . Subito apprezzato dalla critica, anche se molto coerente nei confronti delle sonorità dell'ambiente AOR molto in voga nei secondi '80, non nasconde affatto il lato sperimentale e notoriamente progressive della band, anzi ne risalta le doti compositive con un gusto molto delicato. Il pezzo che propongo è uno dei più belli della tracklist.

domenica 27 novembre 2011

MESSAGE OF LOVE - JOURNEY(Fast Track Review)


Tratto dall'album Trial By Fire (Columbia, 1996),    Message of Love è il pezzo più prorompente che i  Journey potessero inserire come "titolo di testa", di sicuro una scelta veramente adatta. Con Message of Love si può comprendere già in che ambiente si orienta l'intero album. E' un pezzo esplosivo in cui i Journey esprimono la loro completa maturità che hanno affinato nel tempo, come si ascolta in tutto l'intero concept. Come si dice, "Il Buon Giorno si vede dal mattino..". Ascoltare per credere.

sabato 15 ottobre 2011

ASK THE LONELY – JOURNEY (Track Review)


Nel 1982 i Journey entrano in studio per registrare il loro ultimo lavoro che battezzeranno con il nome di Frontiers (Fanstasy Studios, 1982). Al rilascio del lavoro, si capisce quanto corretta e appropriata sia stata la scelta di tale nome: i  Journey, tra il precedente album (Escape, Fantasy Studio 1981) e questo, compiono un salto di qualità enorme, sia per il percorso musicale che decideranno di intraprendere da questo lavoro in poi, ma sicuramente grazie alle innovazioni tecnologiche in campo elettronico-audio che videro diffondersi nell’uso notevole di effetti e sintetizzatori che prima i Journey non utilizzavano in maniera così ampia.

sabato 7 maggio 2011

GAMMA RAY – POWERPLANT (Album Review)

Chi conosce i Gamma Ray, sa benissimo di cosa sto parlando. Per chi invece non sa, beh, è un buon inizio per cominciare ed imparare. 


I Gamma Ray nascono nel 1989, dal genio del tedesco Kai Hansen, chitarrista, cantante (dal ’78 all’86) e fondatore degli Helloween, precursori per eccellenza del genere Power Metal. Dopo il verificarsi di alcuni dissapori con casa discografica e componenti, Hansen molla definitivamente gli Helloween proprio nel bel mezzo del tour di Keeper of the Seven Keys Part 2.  Poco tempo dopo, Hansen decide di costituire un progetto del tutto nuovo, che avrebbe riportato in vita il sano e buon Heavy Metal di qualità: i Gamma Ray. La prima line-up vede la presenza di Ralf Scheepers alla voce (già conosciuto durante i provini con gli Helloween), Uwe Wessel (basso) e Mathias Burchardt (batteria). Il sound facilmente consolidato dallo stesso Hansen sapeva senza alcun dubbio e grosse sorprese, ancora di Helloween.


Con Powerplant, (1999) sesto album in studio, i Gamma Ray raggiungono la vetta più alta della loro carriera. Sebbene ci siano stati degli alti anche in precedenza, con Powerplant i Gamma Ray danno vita ad uno degli album più lodevoli e incredibili. L’album ebbe un consenso fortemente positivo.



POWERPLANT, 1999 - Sanctuary Records
E’ sempre vero che il “buon giorno si vede dal mattino”, e Powerplant ne è la conferma. L’album inizia con l’energia sprigionata dal pezzo Anywhere in the Galaxy , che a occhio distrugge qualsiasi diffidenza potesse essere sorta prima dell’ascolto. Con esso l’album dà il suo miglior biglietto da visita. A questo segue Rezorblade Sigh: il flangering palm mute della chitarra e l’accattivante strofa cantata da Kai Hansen, non riescono a distogliere dall’ascolto e una volta arrivato al chorus diventa sempre più difficile fermare la prorompenza dell’album . La curiosità cresce poi quando lo strano intro di flauto su di uno sfondo di pioggia vento, tempesta e tuoni si tramuta nel riff ricco e potente di Sand Me A Sign. Arriva il momento di Gardens of the Sinner. Il pezzo è una delle colonne portanti  e il “più” micidiale di tutto il lavoro.  Un pezzo certamente da lodare. Si vede come i Ray non disprezzino inserire anche qualcosa che esula dal loro repertorio inserendo una cover di It’s a Sin dei Pet Shop Boys., completamente rivisitata in loro stile Heavy Metal. La forte e chiara linea che i Ray vogliono lasciar trasparire viene ripresa splendidamente ancora dal riff di Heavy Metal Universe. Che non ci sia un attimo di respiro, fino qui lo si era capito, ma arriva il momento di Wings Of Destiny; ancora una volta una brillante introduzione lascia spazio ad una strofa e un ritornello molto piacevoli. A questo punto, l’album si complica con Hand of Fate, che è un pezzo un po’ più “incerto” rispetto agli altri, in forma e composizione: inizialmente si presenta come un pezzo destinato ad essere lento e quasi dai tratti “epici”, ma subito cambia faccia in un pezzo non molto funzionale. Fortunatamente l’epilogo, è una rapsodia strutturata in otto minuti: Armageddon chiude in modo molto elegante tutto il concept, e i Gamma Ray lasciano in eredità alla storia dell’Heavy e del Power un album davvero memorabile. 


La Versione Rimasterizzata e le Bonus Tracks
I Ray rimasterizzano Powerplant nel 2003 con l’aggiunta di tre tracce:
-   - A While in A Dreamland, può essere considerato un bel pezzo, ma non segue affatto la dirompenza dell’album,
-    - Rich & Famous, è un pezzo decisamente adatto all’album e si conforma perfettamente,
-   - Long Live Rock’n’Roll Cosa dire? E’ uno dei tributi maggiormente riusciti. I Gamma Ray confermano le loro origini, i loro “dei” e il loro “credo” conquistandosi la stima di tutto l’ambiente metal.

giovedì 3 marzo 2011

CAROLINA COUNTY BALL – ELF (Track Review)

Verso gli anni ‘70: il cambiamento.
Gli anni ‘60  furono indubbiamente un periodo di profonda rivoluzione intellettuale ma anche (e soprattutto) musicale. La prepotenza con la quale Elvis Presley aveva rivoluzionato il modo di concepire la musica, istituendo di fatto, quel fenomeno musicale denominato Rock’n’Roll, negli ’60 si sviluppò con una velocità impressionante. Dal 1965 in poi, l’incremento di innovazione e di originalità di alcuni particolari artisti emergenti faceva respirare un’aria di cambiamento, un cambiamento senza precedenti.
Gli Elf
Gli Elf si collocano proprio al tramontare degli anni ’60, più precisamente nel 1967, quando un ragazzo di spiccate doti musicali (cantante e bassista) di nome Ronald James Padovana, più conosciuto come Ronnie James Dio, decide di fondare gli Electric Elves. Con il passare del tempo il nome della band cambiò in The Elves e poi, per semplicità, in Elf.
Gli Elf in una foto di gruppo
Pubblicano 5 album in studio e rimangono permanentemente attivi per 8 anni consecutivi (1967 -1975). Soltanto nel 1972,  però, pubblicano il loro album di debutto, intitolato “Elf”, quando, notati da due musicisti di fama mondiale, Roger Glover e Ian Paice, iniziano un loro Opening Act Tour  ai Deep Purple di cui Glover e Paice ne erano rispettivamente il bassista e il batterista.
Lo scioglimento della band avviene nel 1975, quando un giovane e promettente chitarrista di nome Ritchie Blackmore, colpito dal talento vocale di Dio, muove ai componenti della band l’offerta  di unirsi a lui in un suo personale progetto musicale cui avrebbe dato il nome di Ritchie Blackmore’s Rainbow. Accettando l’invito, gli ormai ex-Elf, fecero il più grande passo della loro carriera

lunedì 28 febbraio 2011

Livin' For You - Boston (Track Review)

Walk On, MCA Records (1994)
A distanza di otto anni dal precedente lavoro in studio Third Stage, nel 1994 i Boston pubblicano il loro successivo album, Walk On sempre con la MCA Records. Sebbene l'abum esce all'aperto quattro anni dopo l'apertura degli anni '90, la band statunitense mantiene in modo esemplare un sound che appartiene completamente al decennio precedente. Un enorme pregio dunque per i Boston, che superano in questo modo, ogni difficoltà di approccio con i loro "fedelissimi" fan. Infatti, con "Walk On" i Boston ottengono un grande consenso  e pezzi come I Need Your Love, Livin' For You e Walk On, singolo per altro dell'album, rappresentano elementi di forza di tutto il lavoro. 
I fans, d'altra parte, non prendono affatto bene la dipartita dello storico vocalist Brad Delp, fattore che colpisce gravemente il successo globale dell'opera in studio, negandogli di fatto il raggiungimento del primo posto nella Billboard Top 200 Album Chart. La "voce" di Walk On è affidata infatti al nuovo talento di Fran Cosmo, che incide con i Boston solo questo album. Nel successivo infatti, Delp fa il suo ritorno nella band, duettando in alcune date del tour proprio con Fran Cosmo.

Recensione
La parte introduttiva composta ai violini immmerge subito l'ascoltatore in un ambiente angelico e pacifico. L'abilità con cui tale introduzione converge all'arpeggio, motivo ricorrente del pezzo, porta il pezzo stesso a voltare faccia, presentando con grande doclezza la melodia vocale che si intreccia perfettamente con l'arpeggio e con una batteria soffusa il cui eco crea profondità, spessore e ritmo, La batteria incalza servendo il bridge che sembra quasi far esplodere il pezzo, ma non lo fa. Ricomincia la strofa e stavolta non ricade sul bridge come prima ma al palm muting della chitarra distorta che prepara la strada alla parte più incidente del pezzo: il duetto a due chitarre sprigiona la potenza di tutta quanta la composizione e finisce prontamente per dare spazio alla voce che nella terza strofa, si presenta dinamicamente più forte. Il bridge conclude in una parte che prepara la tensione necessaria per riproporre nuovamente il riff delle chitarre, che stavolta conferisce al pezzo più forza e passione. Il pezzo si chiude circolarmente con una semplice strofa, senza artifici o assoli, che avrebbero potuto guastare una composizione già di per sé completa ed eccellente.

Dave Marino.



sabato 26 febbraio 2011

Recensione: Livin' on a Prayer - Bon Jovi


Partiamo da una cosa semplice, una delle mie prime Track Review
I Bon Jovi in una foto per l'album Slippery When Wet, 1986.
Introduzione
Correva l'anno 1986. I Bon Jovi s'impegnavano a far uscire il loro terzo album in studio, Slippery When Wet. I componenti della band americana non avrebbero mai pensato ad un successo cosi' imponente per quello che avrebbe preso forma come il singolo dell'album: Livin' on a Prayer. In Canada, in Norvegia e negli Usa, si aggiudicò il primo posto nelle classifiche, secondo e terzo in Olanda e Australia, e quarto nel Regno Unito.
Il successo fu globalmente devastante.

Recensione
Decisamente uno dei pezzi storici dei Bon Jovi, anche se non di quelli più interessanti. Il pezzo si presenta efficace già dalle prime note dell'introduzione. La tastiera fa ergere il pezzo in una posizione quasi maestosa. Lo stacco della batteria consente alla chitarra di entrare nel pezzo con un grintoso riff eseguito alla talk box, strumento ormai caro a Ritchie Sambora. La melodia vocale di Jon non è della strofa non è efficace quanto quanto quella degli strumenti ma al bridge riporta il pezzo ad essere di nuovo energico riuscendo a "servire" mangificamente uno stupendo ritornello che si conquista con merito un posto speciale nei live della band. Quanto all'assolo di Ritchie, uno dei più famosi ma comopsitivamente uno dei meno tecnici ed elaborati. Il cambio di tonalità finale rende giustizia alle potenzialità vocali di Jon Bon Jovi, che prima non avevano avuto spazio.


 Dave Marino.

giovedì 24 febbraio 2011

Un benvenuto sul Blog di Dave Marino

Un caldo benvenuto sul mio Blog. Mi presento. Mi chiamo Marcello Marino, in arte Dave Marino e sono un musicista, in particolare chitarrista dei Valdivia,un'emergente rock/progressive band partenopea.
Cosa è e cosa troverete in "The Crazy Train"? 
"The Crazy Train" è un mio spazio personale sul quale condividerò le mie idee o meglio la mia intera ideologia musicale.
Era da tanto tempo che desideravo avere uno spazio on-line sul quale "scrivere di musica". In "The Crazy Train" troverete:
- personali recensioni musicali su album, brani e artisti di qualsiasi genere musicalie ma principalmente in ambito Rock e Metal, di cui mi sento parte musicalmente.
- pensieri, interventi, commenti e news di tutti i tipi, prese un po' dal web, un po' dagli eventi che accadono in giro.

Spero di riuscire a migliorare continuamente il blog, per me e per voi. Come Benvenuto vi lascio con una canzone che mi sta molto a cuore ultimamente.

A presto, Dave Marino.