martedì 17 luglio 2012

Spiriti Bollenti - 373° K (Album Review)


L'album Spiriti Bollenti della rock band bolognese 373° K, sembra essere un perfetto connubio tra quel buon vecchio sound rock di stampo classico, (mi riferisco a quello relativo alla seconda metà degli anni '70)  e quel di buon heavy metal, soprattutto nelle strutture portanti dei singoli pezzi. La band mostra però anche molto spunto sulla scelta dello stile e della padronanza di vari generi tra cui anche un buon vecchio blues.


1.  373° K 
In cima alla lista la band sceglie di fissare come pezzo di apertura proprio 373° Kelvin ed è  bello e  funzionale il modo con cui lo fa:  l'idea originale di inserire un suono proveniente da un jack che viene inserito nell'uscita della chitarra, tende a voler simulare l'apertura di una prova, o probabilmente, un concerto, insomma un modo per dire "Si comincia!". Il riff che segue pone i primi accenti su uno stile che evoca il buon ambiente rock ed è davvero perfetto per l'energia che l'intero album vuole comunicare. Si notano quasi subito le caratteristiche della band, il loro modo di fare musica e le loro influenze principali.
La strofa di 373° K sembra essere costruita sugli strumenti in modo uniforme e compatto, ma ancora più di essa, è il bridge che crea una tensione molto piacevole. La band, come ogni rock band che si voglia far rispettare, vuole mostrare, vuole lasciar trasparire ogni lato, e lo fa attraverso la voce della chitarra che erige un solo dai tratti duri e per niente timidi.
Con un ultimo chorus per concludere il pezzo, l'incisività e la repetition, costituiscono un'approccio molto appropriato a questo scopo. L'album si presenta con notevole e positivo impatto.

2. SCIARPE VINTAGE

Con Sciarpe Vintage, ancora una volta si scorge quanto l'uso di effetti sonori prima dei pezzi sia particolarmente utilizzato, in primis per orientare l'ascoltatore, e in secondo luogo per creare una certa profondità. In questo caso è il soffiare del vento accompagnato dal charleston  eche apre le danze.
Il pezzo si presenta con un'impatto completamente diverso dal precedente. Si notano le influenze un po' Doors (forse perché il riff ne richiama molto lo stile) e un po' Led Zeppelin (in questo senso più vocali che strumentali).
La melodia vocale rende visibile quanto sia particolarmente prediletto l'uso dell'ottava bassa seguito dal successivo innalzamento all'ottava superiore.
Sciarpe Vintage risulta essere però, un pezzo  non scritto con la stessa intensità del precedente ma probabilmente a causa della diverso stampo e causa del fatto che vengono esaltate più le doti del chitarrista che non del resto della band. Nonostante questo è caratterizzato da un ritmo e una cadenza notevolmente incisivi.
Ad ogni modo  esso risulta essere volutamente molto semplice e senza artifici che possano in qualche renderlo pesante e macchinoso.

3. COMUNQUE VADA

Con Comunque Vada la band ritorna a rivestire i panni del primo pezzo dell'album lasciando trasparire in modo chiaro e preciso quanto un certo genere dia maggior sicurezza alla composizione e maggior sfogo alle idee. Attraverso il riff della chitarra e della batteria  e del basso che risultano essere molto efficaci, si evince quale sia realmente il canale di espressione più adeguato della band. 
Sia la strofa, sia il bridge sono convincenti perché comunicano molto bene tra di essi. La scelta di inserire una linea di chitarra  che sottolinei quella vocale conferisce al pezzo una maggiore espressione di qualità. La voce lavora vicino alla melodia strumentale intrecciandosi perfettamente con essa.

Comunque vada, si presenta quindi come un buon pezzo e può essere considerato come un canale di comnicazione diretto tra l'album e l'ascoltatore. 

4. ETERNO RITORNO

Frangente totalmente strumentale, Eterno Ritorno ha il compito ed il potere di conferire all'album un momento di stasi, di totale serenità, ritagliandosi uno spazio di riflessione e di consapevolezza. 
La scelta del piano per eseguire una melodia che di per sé è molto bella, sia al primo ascolto che agli altri, risulta molto positiva. Che sia merito delle influenze musicali o solo delle idee giuste, la band riesce ad esprimere attraverso la melodia portante notevole profondità.
Eterno Ritorno non si presenta come un pezzo a sé stante, non come un'isola, ma al contrario come un corridoio perfetto che porta al pezzo sccessivo Lascia che sia, il quale sembra completarne il concetto musicale per trasformarlo in una efficace ballata. I due pezzi insieme costituiscono di sicuro il punto più alto dell'intero album.

5. LASCIA CHE SIA

Lascia che siainzia con una dolcezza davvero imponente. Esso lascia intravedere come la band sia brava ad attraversare terreni anche molto diversi dai pezzi precedenti.
L'intro di pianoforte, permette subito all'ascoltatore di collocarsi al centro di qualcosa di emozionalmente forte, e la melodia vocale sembra davvero seguire in modo perfetto la dolcezza del piano senza disturbarlo minimamente. L'utilizzo di alcune parti di testo e alcune scelte vocali  sono forse un po' cacofoniche, ma per quanto possano esserlo non lo sono tanto da demolire l'intero pezzo. 
Molto coraggiosa la scelta di irrompere sulla pathos, con l'entrata di tutti gli strumenti: la chitarra in pulito, la batteria soffusa e il basso presente ma non impulsivo riescono bene a non  guastarne il clima. Ciò sottolinea un notevole impegno complessivo, in quanto cosa molto complessa da eseguire. 
Sebbene sia conservata l'atmosfera, la seconda strofa permette al pezzo di salire di intensità. L'hook forse rappresenta un secondo motore per il pezzo trasmettendo la voglia di riascoltare.. Esso stesso concede spazio al solo, che è concentrato ed intenso e sebbene sia eseguito con notevole spunto, una nota negativa va sulla scelta del tipo di suono utilizzato, che forse non si addice all'atmosfera complessiva.
Il solo chiude il pezzo con un volume fading che come sempre sottolinea la continuità del pezzo, e con questo gli regala un'enrome prodondità. 

6. LA VITA E' MIA

Con La Vita è mia l'album ritorna ad rivestire i tratti un po' più duri ma il pezzo non sembra essere stato scritto dalle stesse persone che hanno scritto il precedente e i pezzi precedenti per vari motivi:
I tratti un po' punk sembrano sfuggire allo stile della band, o meglio al modo di fare musica che si è visto fin'ora. Il testo non possiede la stessa profondità sia in stesura, sia in composizione sia nel concetto che vuol comunciare. L'assolo sembra non essere coerente il pezzo (forse per un mix di sound complessivamente inaccoppiabile). La chiusura forse sembra la cosa più riuscita. 
Tutto sommato i compnenti della band fanno del loro meglio per rendere il pezzo buono e forse anche commercialmente valido. 

7. 30...

In 30... ancora una volta la band sente come il bisogno di esplorare altri fronti e altri orizzonti musicali e con 30.. lo fa davvero bene musicalmente con parti singole scritte con notevole riguardo verso un genere Blues di notevole qualità e verso band del calibro degli Elf (in particolare, Carolina County Ball). Le singole parti  combaciano perfettamente creando un'atmosfera da tipica locanda texana.
Il ritmo blues viene cosstruito e portato avanti molto bene fino al primo bridge che iniziamente di blues ha ben poco, ma subito si conforma al pezzo con un piano/voce, e un insieme di rumori sottofondo che ricreano l'atmosfera da locanda, rientrando bene nel motivo principale.
L'assolo blues di piano, rimarca assolutamente l'idea che si tratti di un buon blues completamente radicato e maturo.


8. PARADISO INSIEME

Paradiso Insieme riprende la scia più energica che la band sa di saper esprimere. Il basso, pur seguendo un riff, che appartiene alle sonorità rock/heavy metal, riesce sia nel tocco sia nella sequenza di note, a mantenersi in un proprio canale senza sforare nel "già sentito". Anche l'intervento della batteria e del feedback di chitarra, fanno parte di una struttura praticamente classica, ma anche loro riescono ad essere pressoché originali senza distorcere l'intro del pezzo. 
A parte l'intro il pezzo non si presenta molto profondo musicalmente ma molto convicente dal punto di vista del testo, il quale esprime un significato forte e poetico.

9. DENTRO DI TE

Come ultimo frangente di album, l'intro Dentro di te porta il pensiero invece alla scia musicale dei Guns'n'Roses, sia per il modo in cui è concepito, distendendosi  sugli accordi di una chitarra pulita, sia per la strofa cantata, sia per il solo in chitarra distorta, che riprende un po' le sonorità di Paradise City. Ad ogni modo, è buona l'interpretazione che la band dà ai propri espedienti, intrecciando una propria visione all'interno dei classici paradigmi derivanti dalle influenze. 
La voce viene notevolmente (e finalmente!) valorizzata più nei toni alti, a discapito di quelli bassi in cui il cantante sembra rendere di meno. L'intepretazione che riesce comqunque a dare al pezzo caratterizza il pezzo così come l'intero album. 
Essendo il pezzo che conclude l'album, in Dentro di te la band cerca di lasciare il segno nell'ascoltatore con elementi che sono prettamente studiati ed elaborati. Uno di questi è proprio lo slowing outro finale, che chiude il pezzo con notevole gradevolezza e integrità.


La band bolognese può vantarsi di aver creato qualcosa di molto bello e costruito, ma in questo album si vedono stimoli ed idee altalenanti, che impediscono alla band di mostrare una vera e propria consolidata personalità. Nonostante tutto, in alcuni tratti invece la band sfodera le armi e mostra di essere all'altezza di ciò che pensa e mette in musica. Insomma, lavorando insieme, probabilmente riuscirà a consolidare il proprio carattere.

Dave Marino. 

venerdì 22 giugno 2012

Qui si fa la storia - Vasco Rossi (Fast Track Re..JECT!))


UNPUBLISHED POST - WRITING DATE: 25 - 12 - 2011


Oggi è Natale e quindi mi sento in vena di cattiverie. Vorrei fare una recensione ad un live di un artista che molti, anzi moltissimi reputano un colosso del rock italiano: Vasco Rossi. In particolare alla doppia serata di Bologna 2008.
E' noto a tutti che il nostro caro Vasco per il tour ingaggiò il chitarrista Stef Burns, che ha suonato con gruppi del calibro di Y&T ed Alice Cooper ma è inutile dire che probabilmente nessuno tra quelli che seguono l' "Italian Rock Stallion" sappia chi siano. 
Ad ogni modo tutti ,compresa la critica (solo quella italiana, e non è un caso) hanno apprezzato questo live come il migliore di Vasco, e cmq è stato un evento che ha sbancato ai botteghini (il tour ha collezionato in prevendita 142.000 biglietti!!!) ...
ma la gente non si chiede il perché e quindi ve lo dico io.


Quello che non è noto a tutti è che Burns e Soliero (chitarrista fedele di Vasco, il solo motivo per cui vale la pena di ascoltare Vasco) INSIEME revisionarono TUTTI, e dico TUTTI, gli arrangiamenti dei pezzi di Vasco, mettendoci dentro un pochino, come posso dire, di buono, sano e vero Rock

Si vede sin dall'intro di Qui si fa la storia: tutti ne conosceranno sicuramente la versione in studio, notate niente di strano?  Sfido chiunque a notare la grande differenza. 
Ma, putroppo la vita è cattiva, il pezzo regge fino a quando Vasco inizia a cantare; insomma a parte gli assoli c'è poco da salvare e questo farà incazzare parecchie persone, ma la verità di solito, fa incazzare. 

Sono solito immaginare uno Steve Perry sbellicarsi dalle grasse risate soprattutto sul suo "Oh yeeeeeah"  molto, molto acuto e pieno di tecnica...

Vasco Rossi, il rocker che di rock ha ben poco...


ITALIA, SVEGLIATI, DESTATI DA QUESTO SONNO MALEDETTO!!!