sabato 26 febbraio 2011

Recensione: Livin' on a Prayer - Bon Jovi


Partiamo da una cosa semplice, una delle mie prime Track Review
I Bon Jovi in una foto per l'album Slippery When Wet, 1986.
Introduzione
Correva l'anno 1986. I Bon Jovi s'impegnavano a far uscire il loro terzo album in studio, Slippery When Wet. I componenti della band americana non avrebbero mai pensato ad un successo cosi' imponente per quello che avrebbe preso forma come il singolo dell'album: Livin' on a Prayer. In Canada, in Norvegia e negli Usa, si aggiudicò il primo posto nelle classifiche, secondo e terzo in Olanda e Australia, e quarto nel Regno Unito.
Il successo fu globalmente devastante.

Recensione
Decisamente uno dei pezzi storici dei Bon Jovi, anche se non di quelli più interessanti. Il pezzo si presenta efficace già dalle prime note dell'introduzione. La tastiera fa ergere il pezzo in una posizione quasi maestosa. Lo stacco della batteria consente alla chitarra di entrare nel pezzo con un grintoso riff eseguito alla talk box, strumento ormai caro a Ritchie Sambora. La melodia vocale di Jon non è della strofa non è efficace quanto quanto quella degli strumenti ma al bridge riporta il pezzo ad essere di nuovo energico riuscendo a "servire" mangificamente uno stupendo ritornello che si conquista con merito un posto speciale nei live della band. Quanto all'assolo di Ritchie, uno dei più famosi ma comopsitivamente uno dei meno tecnici ed elaborati. Il cambio di tonalità finale rende giustizia alle potenzialità vocali di Jon Bon Jovi, che prima non avevano avuto spazio.


 Dave Marino.

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